PERCHÉ
I DANNI PUNITIVI
I
cosiddetti "danni punitivi" costituiscono una sanzione per chi
agisce o resiste in giudizio con mala fede o colpa grave.
I "danni punitivi" perseguono, in primo luogo, lo scopo di garantire
un'effettiva correttezza delle parti nel processo, soprattutto quando
esiste un'evidente disparità economica tra le stesse.
La condanna alle spese, oltre ai danni liquidati dal giudice per il merito,
non sempre spinge le parti a comportarsi correttamente.
Se ciò può costituire per il cittadino "medio"
una misura efficace per distoglierlo dal promuovere azioni legali palesemente
infondate, lo stesso non può dirsi per soggetti con rilevanti possibilità
economiche. Infatti, questi ultimi utilizzano, spesso, il processo per
sfruttare l'effetto logorante che i tempi lunghi della giustizia esercitano
sulla parte più debole, costringendola a scendere a trattative
e patti iniqui.
Con l'innovativa lettura dell'art. 96 cpc, che fa perno sul concetto dei
"danni punitivi", si mira a dare rilevanza al contenuto "sanzionatorio"
della norma, al fine di contribuire alla realizzazione di una parità
sostanziale delle parti nel processo, come espressamente previsto al secondo
comma dell'art. 3 della Costituzione.
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